COSI’ IN EUROPA COSI’ IN ITALIA

Finite le tornate elettorali in Francia, Grecia e Italia l’Europa oggi si interroga sul suo futuro.

La realtà più difficile da affrontare è  la Grecia, le cui prospettive non sono positive. Lo stallo politico in un paese a rischio default, i prestiti europei e le grandi esposizioni che hanno le banche italiane, francesi e tedesche nei confronti dei titoli di debito pubblico greco mettono a rischio l’intera area dell’euro. Se non si stabilizza la situazione politica greca, se le forze estreme anti-euro dovessero produrre una situazione di stallo decisionale e la Grecia decidesse di tornare alle urne o alla Dracma…poveri noi. Altro che austerità.

In Francia invece, la sconfitta di Sarkozy ha favorito Hollande che vuole riportare al centro del dibattito economico le misure per la crescita. La Merkel ha già dichiarato che non rinuncerà all’austerità. Adesso, quindi, si deve tenere sotto osservazione le prossime mosse diplomatiche che farà la Francia per ammorbidire la posizione tedesca e fare i conti con i vincoli dei tecnocratici europei, che governano l’area euro. Il difficile per Hollande viene ora: riuscire ad ottenere una politica economica di tipo espansivo in una Europa dominata dalla Germania e dai tecnocrati che invece perseguono l’austerità. Quando Hollande dovrà fare i conti con i vincoli che l’Europa impone?

E l’Italia? Il Bel paese ha già il suo governo di tecnocratici e così come in Europa, anche noi dobbiamo fare i conti con i tecnici, che ci impongono l’austerità, attendono di inserire misure sulla crescita e sono con il fiato sospeso per le sorti della Grecia. I nostri tecnici sono tranquilli, perché sanno che non si andrà al voto, o se ci si andrà, saranno riconfermati (come prospettato da Giovanni Sartori sul Corriere ) magari con un partito della nazione a loro sostegno.

Le amministrative in Italia hanno sancito il crescere di un sentimento anti-politici (e non di anti-politica). Adesso bisogna capire soprattutto quali saranno gli ordini di Berlusconi ad Alfano e cosa vorrà fare il PdL, ormai in caduta libera. Ma se il PdL piange e la Lega Nord recita l’estrema unzione, anche la sinistra non può ridere. I grillini hanno ottenuto ottimi risultati quasi ovunque . Tutto ciò si poteva prevedere visto la loro campagna elettorale organizzata ad intercettare il sentimento anti-politici dominante nella Paese. Il merito dei Grillini è presentare, raccogliere e trasformare politicamente le istanze anti-politici presenti in Italia. I partiti tradizionali, dominati dai politici, devono raccogliere questa sfida, soprattutto in questo momento storico, sapersi rinnovare e dare un segnale di cambiamento chiaro a tutto il Paese. Il referendum “anticasta” in Sardegna sia di monito a tutti.

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